Per comprendere la storia del fenomeno hip hop è necessario chiarire il quadro politico in America, nel periodo che attraversa gli anni Sessanta, Settanta, Ottanta, e i primi anni Novanta. L'hip hop nasce infatti come movimento culturale per la parità dei diritti, per la libertà dei neri d'America.
Periodo segnato da persone come Martin Luther King, dal presidente Nixon, da Reagan e dal primo George Bush. Il tema del razzismo è sempre più discusso e sentito dalla popolazione, sopratutto negli stati del Sud, dove i neri venivano separati dai bianchi, nei trasporti pubblici, nei locali e nelle scuole. Un periodo difficilissimo per le persone di carnagione nera, che darà vita al fenomeno hip hop, non è solo un fenomeno musicale, ma un movimento culturale.
Il pioniere della lotta per i diritti dei neri fu Martin Luther King (1929-1968). Divenuto pastore di una chiesa dell'Alabama nel 1954, iniziò a promuovere una lotta non violenta per il riconoscimento dei diritti del suo popolo, contro le discriminazioni. Il salto di qualità nella lotta per i diritti civili lo si deve in primo luogo a Rosa Park, una sarta di colore che, nel 1955, si rifiutò di cedere il suo posto ad un bianco sull'autobus. La donna venne arrestata e condannata, e un movimento di neri d'America, guidati da Kink, decise di boicottare i trasporti pubblici. Era iniziata la battaglia culturale che avrebbe, tra mille resistenze, cambiato il volto degli USA.
Un anno dopo infatti 27 città del sud decisero, per la pressione del movimento di King, di mettere fine alla segregazione sui trasporti municipali. Una prima piccola vittoria per Martin Luther King, che divenne presidente dell'associazione per i diritti civili dei neri d'America, sacrificando la sua vita per questa battaglia di civiltà. Ovunque ci fosse discriminazione ormai c'era King con la sua associazione a protestare.
Nel 1963, per chiedere finalmente parità di diritti in tutta l'America, King decise di marciare su Washington, insieme ad oltre 250 mila manifestanti. Un episodio decisivo della storia del paese, perchè proprio quel giorno il reverendo pronunciò il discorso più famoso della storia:
"Io ho un sogno, sogno che un giorno i miei quattro figli vivranno in un paese dove non si giudicherà dal colore della pelle ma dalla natura del loro carattere" . Un discorso emozionante, che diede ulteriore forza al movimento, e, di conseguenza, costrinse l'amministrazione a garantire quei diritti che centinaia di migliaia di neri ormai pretendevano.
Nel 1964 infatti il presidente Johnson firmerà la legge sui diritti civili: tutti gli Americani, neri o bianchi, sono uguali e hanno gli stessi diritti. Una rivoluzione che King ottenne in un decennio di lotte, sacrificando la sua vita e la sua tranquillità personale per una battaglia che riteneva di fondamentale importanza. Una battaglia sempre non violenta, scelta che ne amplificò la potenza, rendendo impossibile la repressione da parte del governo centrale. Lo stesso anno questo sforzo di King venne premiato con il premio Nobel per la pace. Quattro anni dopo King verrà assassinato, una morte che dimostrò che la battaglia per la conquista di "veri" diritti civili per gli americani era appena iniziata (e ancora oggi nel 2019 non si può dire conclusa).
Al democratico Johnson succedette il repubblicano Nixon, poi travolto dallo scandalo Watergate e costretto a dimettersi. Venne quindi eletto il democratico Jimmy Carter, che si fece paladino di una maggiore trasparenza etica e dei iritti dei neri. Il "buon" Carter, difensore dei diritti umani nel mondo, venne sconfitto nel 1980 dall'ultraconservatore Ronald Reagan, che darà una direzione iperliberista alla politica americana che finirà per aggravare le differenze sociali tra bianchi (ricchi) e i neri, concentrando risorse gigantesche per vincere definitivamente la battaglia con la URRS. Il suo successore, George Bush, in qualche modo agì in continuità con il presidente Reagan, sia in politica interna che in politica estera, e così continuarono ad aggravarsi le differenze sociali. E' in questo periodo di feroce sofferenza della popolazione nera del paese, che l'hip hop nasce, cresce e si afferma non solo come stile musicale, ma come movimento che vuole portare avanti le battaglie del compianto Martin Luther King, il suo sogno di parità tra neri e bianchi. Già negli anni settanta la musica hip hop si fa strada nella comunità afroamericana, ma si deve a Sugarhill Gant, con la sua “Rapper’s Delight” il primo successo mondiale di questa “nuova” musica.
“Rapper’s Delight” di Sugarhill Gang