Sta per partire la rassegna lagunare dedicata alla danza, un progetto di “formazione”, come lo aveva definito nella scorsa edizione Stefano Tommasini. Mission confermata anche dalla direttrice artistica di questa edizione, Marie Chouinard, definendola una “Biennale College”.
La rassegna veneziana è sempre più una palestra per giovani ballerini che attraverso la formazione realizzino il loro sogno, diventare ballerini professionisti. Anche noi di Flava Dance Movement, nel nostro “piccolo”, condividiamo la stessa mission, formare i ballerini, non solo tecnicamente, ma anche nel carattere, perchè diventare professionisti in questo settore richiede una grande passione, e tantissimo impegno.
Anche quest’anno, come accade ormai dal 2017, al tradizionale programma per giovani danzatori c’è un progetto dedicato ai coreografi. Per una formazione completa.
La Chouinard ha voluto confermare il progetto anche nel nome di questa biennale, “On becoming a smart god-dess”, cioè la necessita per ogni danzatore di ricercare la propria intenteriorità di ballerino, per poi portarla nel mondo. Perciò viene dato spazio al “somatic approach”, pratiche olistiche che permettano il superamento della mera tecnica per favorire la ricerca della motivazione interiore. Il grande ballerino riesce a connettere corpo e mente alla perfezione, per dimostrare la sua arte.
È un progetto complesso, un percorso interiore, e contemporaneamente esteriore. Molte delle iniziative della rassegna sono legate a questo percorso formativo personale. E anche all’apertura del campo, a discipline esterne alla danza, cioè all’arte visiva ma soprattutto alla performance. Questa attenzione alle discipline artistiche è confermata nei Leoni d’oro assegnati nelle ultime edizioni della Biennale, andati nel 2017 all’artista performer Anne Imhof, e all’opera performativa di Rugile Barzdziukaite, Vaiva Grainyte, Lina Lapelyte.
Viene quindi premiata non solo l’eccellenza del percorso personale e professionale, ma l’apertura, la commistione, tra le due discipline, ballo e arti visive. Nella conferenza stampa di presentazione la Chouinard l’ha spiegata così: “Il coreografo è come l’artista visivo”. Di arte si parla, di commistione tra generi, di superamento dei limiti.
Ad aprire le danze della rassegna, il 21 giugno, saranno i due Leoni di quest’anno. Alessandro Sciarroni presenterà due spettacoli: uno di repertorio (You Girl, 2007) e l’ultima produzone (Augusto, 218); il duo francese, Théo Mercier & Steven Michel, leoni d’argento, si esibiranno in “Affordable Solution for Better Living”. Il programma è molto ricco, di sorprese e contaminazioni. Come quella di William Forsythe (A quite evening of dance), che contamina balletto e hip hop.
Ricco anche il programma di film e cortometraggi sulla danza, come Looking for Steve Paxton di Fabiana Sargentini, Lucinda Childs. La grande fugue de Beethoven di Marie-Hélène Rebois.
Appuntamento a Venezia quindi, per scoprire l’evoluzione di un mondo sempre più “aperto alle contaminazioni” e anche ambizioso, in definitiva “artistico”.
Alessandro Sciarroni in Augusto