Los Angeles
La realtà a Los Angeles è completamente diversa: almeno fino alla fine degli anni Novanta la presenza delle gang è stata ben radicata, e la violenza è apparsa senza un vero perché, motivata esclusivamente dall'affiliazione a un colore piuttosto che ad un altro, anche se alcune erano vere e proprie organizzazioni criminali. La gente si confronta ancora oggi e così quotidianamente con il problema delle gang, tanto da percepirlo, sul territorio, come una situazione di “normalità”. Il fatto che i giovani non abbiano strumenti per arrivare ad un'indipendenza di giudizio perché vivono in condizioni di degrado e totale ignoranza, ha causato l’espansione di questo brutto fenomeno, per il quale risulta semplice l'identificazione con un "colore". Il problema delle gang non è limitato ovviamente a Los Angeles o New York. L'ossessiva distorsione della realtà dei fatti da parte dei media favorisce un fenomeno di imitazione del "gangsterismo", che prende piede in luoghi apparentemente immuni, dove poi si ritrovano persone che si identificano con le gang, ad esempio, nel film "Colors" del 1988. Il "gangsterismo" divenne una “moda” che portava però violenza e morte. Questo scenario generale può erroneamente far dedurre che le gang rappresentassero soltanto criminalità e violenza: in realtà, queste persone offrivano un servizio di difesa, come già accennato, al territorio. Basti pensare che i già citati Black Spades raccoglievano denaro da destinare ad opere comunitarie e si assicuravano che le persone potessero recarsi a votare regolarmente, cosa che per noi può sembrare scontata, ma per l'atmosfera dell'epoca risultava enormemente difficile.
Un altro esempio di positività delle gang lo ritroviamo in riferimento alla droga. La droga era uno dei problemi più gravi all'interno delle comunità: infatti, molti erano attratti da una facile via di fuga dalla miseria e dai facili guadagni che procurava, in un momento di crisi economica che aveva fatto scomparire i tipici lavori della classe operaia nelle periferie. Ed è questa la causa che ha reso possibile che la droga diventasse la quotidianità di questi quartieri. Afro-americani e caraibici sono tra i più esposti al fenomeno della droga, che si diffuse troppo rapidamente nei quartieri più poveri. Ci sono teorie, infatti, che vedono il governo americano e la CIA coinvolte in questa diffusione, in quanto già dalla guerra del Vietnam l'esercito degli Stati Uniti stimò che il 10% dei soldati faceva uso di eroina ed il 5% ne era dipendente. Al loro ritorno a casa l'eroina venne usata come scudo contro l'emarginazione e la disoccupazione. Si andò a formare una vera e propria rete commerciale a fronte di un forte accrescimento delle richieste, rete capitanata dai Drug Dealer che ne gestivano l'importazione e la distribuzione. Il mercato dell'eroina "nera" divenne così un potente concorrente per il racket italiano e quello irlandese. Questa facile diffusione fu possibile anche grazie alla corruzione politica delle forze di polizia; si sviluppò così un network inarrestabile di attività criminali intorno alla rete di distribuzione, che incentivava "lavoro" e che finì, quindi, per essere favorito dalla comunità stessa e dalla polizia, perché in fondo portava speranza, benessere ed un mucchio di dollari. Le istituzioni politiche usarono a proprio favore questa tolleranza della comunità, in quanto la droga stordiva ed impegnava una massa di persone che potenzialmente avrebbero potuto creare dei problemi se non fossero rimaste relegate nei loro quartieri. Successivamente all'eroina, negli anni Ottanta si diffuse "la polvere dell'angelo" (LSD) che stordiva per qualche istante e che spingeva a reazioni poco controllabili. In ogni quartiere era presente uno spacciatore che presidiava determinate zone. In una realtà in cui si viveva soltanto all'interno del proprio isolato o al massimo del proprio quartiere, lo scopo principale divenne la ricerca della droga o della compagnia dei tossici.