Abbiamo intervistato Simon Whopper Mannino, nella giuria del Calabria Breaking Festival, e tra qualche giorno impegnato anche nell'iDanceCamp di Roma.
Qual è il tuo primo ricordo, da bambino, legato alla danza. Quando ne sei rimasto affascinato e a che età hai poi deciso di iniziarla a studiare?
Il mio primo ricordo è dedicato all'intramontabile Michael Jackson, da piccolo (parliamo di 8 ,9 anni ) mi dilettavo nell'imitare tutte le sue mosse, indossavo un cappello a caso di mio papà e mi trasformavo in lui. Bei ricordi.
Sono rimasto affascinato da questo mondo quando vidi per la prima volta a 13 anni un esibizione di "FUNKY" all'interno di una palestra che frequentavo. Incuriosito e per gioco (una scommessa persa con degli amici) feci la mia prima lezione, e da quel momento fu amore.
Ci racconti il tuo percorso? Oggi sei uno dei ballerini italiani più rinomati nell’ambito hip hop, ma sicuramente, prima di specializzarti, avrai sperimentato altri stili.
Io ho sempre studiato tutto, anche quello che mi piace meno perchè credo fermamente che la ricerca di un tuo personale stile sia appunto la miscela di tutto ciò che fai. Ho studiato in Italia, in Germania e in America con tantissimi insegnanti di fama mondiale cercando e ricercando le cose che potessero avvicinarsi a me sia per stile che per gradimento personale.
Hip Hop, Moderno e Contemporaneo sono state le 3 discipline che ho provato su di me, chiaramente sappiamo tutti ora cosa ho scelto di seguire :)
Essendo un coreografo amo esprimermi tramite routine, coreografie e sincro ed ho scelto proprio di essere un coreografo perchè la bellezza di poter creare figure e gestire movimenti all'unisono di una compagnia numerosa è veramente stimolante per me.
Chi sono i tuoi maestri, quelli a cui devi in qualche modo le tue scelte di carriera. E chi sono i tuoi idoli, cioè i ballerini di fama internazionale, i tuoi “miti”, quelli che ancora oggi ti ispirano e ti spingono a studiare sempre di più.
I miei maestri sono davvero tanti, su tutti c’è ne sono stati 2 che mi hanno “scoperto”, Caterina Felicioni e Mauro Astolfi, parliamo davvero di tanto tempo fa.
I miei miti o idoli? Oggi ho la fortuna di ballare accanto ad uno di loro, lui è Christopher Pharside Jennings, coreografo degli ACADEMY OF VILLAINS (USA), una delle compagnie più famose e rispettate al mondo. Fare parte di questa compagnia è più che uno stimolo, devi essere sempre super allenato e pronto a qualsiasi cosa. Loro sono su tutti la mia fonte di ispirazione più grande.
Che suggerimento daresti ad un adolescente che oggi si affaccia al mondo urban? Come sappiamo, si tratta di una cultura, di uno stile di vita, non solo di una tipologia di danza. Da dove partire per comprenderne lo spirito. E poi che percorso fare per scegliere lo stile in cui specializzarsi.
Domanda difficile. Il mondo della danza da quando ho iniziato io è cambiato tanto, prima i ragazzi dovevano scendere per strada per condividere qualcosa ma adesso con Facebook, instagram e Youtube si è perso un po' lo stimolo di stare fisicamente insieme anche se è tutto molto più vicino e alla portata di tutti. Il mio consiglio è vivere la propria passione in prima fila provando ad essere meglio di ciò che eravamo ieri.
Il mondo urban in particolare ha una storia affascinante che a mio parere tutti dovrebbero conoscere. Flava ha creato ultimamente anche una dispensa che spiega esattamente da dove viene tutto in maniera molto chiara, dargli una lettura potrebbe sicuramente arricchire i novizi che vogliono approcciarsi a questo mondo.
Per finire, specializzarsi in uno stile in particolare viene quasi naturale ma bisogna provare tutto prima di scegliere perché scegliere senza aver provato tutto potrebbe essere un grave errore.
Specializzarsi è necessario? Oppure un ballerino può continuare a studiare stili diversi, pur avendo ormai definito le sue preferenze.
Di sicuro specializzarsi in uno stile in particolare ti rende riconoscibile all’interno della comunity di pertinenza, ad esempio, se diventi bravo e forte nel Popping e inizi a partecipare a battle o competizioni, la gente (sopratutto di quell’ambiente) ti conoscerà subito, ma la mia visione è un po' differente.
A me piace essere individuato in una categoria, ma voglio anche sentirmi libero di poter essere quello che voglio quando voglio, studiare ciò che mi piace ma provarmi anche in altre situazioni perché come dicevo prima: la crescita di un ballerino sta proprio nella ricerca continua di qualcosa di nuovo che possa portarti nuove idee e nuovi movimenti. Specializzarsi va bene , ma occhio a non diventare prigionieri di ciò che abbiamo scelto di essere.
Presto sarai impegnato come giudice nel contest Calabria Breaking Festival. Cosa ti aspetti di vedere? La cultura della danza hip hop in Italia si può considerare matura?
Per me essere stato scelto tra i giudici del Calabria Breaking Festival è un gran onore. In Calabria il movimento è molto presente, conosco poco l’ambiente in quella zona di Italia ma da quello che ho visto li c’è gente che ci mette il cuore e che spinge davvero forte questa cultura. Il livello sarà sicuramente alto e non vedo l’ora di essere li!
L’ambiente dell’Hip Hop in Italia è molto all’avanguardia a mio modo di vedere, ci sono molti aspetti che andrebbero migliorati per andare avanti molto più velocemente e per raggiungere obbiettivi molto più grandi che noi Italiani meritiamo. Speriamo in un futuro ancora migliore.
Quanti ragazzi hai visto e formato nella tua pur breve carriera? C’è qualche talento che secondo te farà sicuramente parlare di sé?
Di allievi ne ho avuti davvero tanti, molti degli insegnanti in giro per la città di Palermo ho la fortuna di poter dire che escono dai miei percorsi formativi ma credo che non sia solo grazie a me che loro vadano avanti, ma sopratutto alla loro voglia di affermarsi e di diventare qualcuno in questo mondo.
Io posso indicare la via da seguire e donare tutto il mio sapere ma dall’altra parte devo avere degli studenti pronti a capire e sacrificarsi impegnandosi sempre al massimo; si vince insieme, si perde insieme. Beh il risultato migliore , il mio cyborg perfetto direi che è proprio mia moglie Marta Calandrino.
Potrei sembrare di parte ma … Sono certo che tra non molto sentirete molto parlare di lei , ve lo garantisco.
Tornando alla tua di carriera, che percorso prevedi per il tuo prossimo futuro. Ovviamente anche tu continuerai nella continua formazione, vero? Dove vuoi arrivare?
Sono felice di essere dove sono ma persevero negli allenamenti e negli studi personali non per cercare di arrivare da qualche parte in particolare ma semplicemente per essere sempre una versione migliore di me, per poter essere sempre competitivo e poter essere sempre un punto di riferimento qui in Italia.
La mia missione è cercare di far crescere il panorama Coreografico sopratutto nella mia amata Sicilia, il che non è proprio cosa facile perché c’è una mentalità da costruire di sana pianta, ma sono sicuro che con amore e perseveranza otterrò ottimi risultati futuri grazie anche alla mia struttura (BIG BANG ACADEMY - Reload Dance Industry) che mi permette di poter formare studenti a 360 gradi e insegnare ai maestri e coreografi del futuro.
Infine, raccontaci un tuo sogno. Ti vedi a ballare danza hip hop con ... nel tempio della danza ….
Uno dei miei sogni l’ho già realizzato , era quello di ballare una volta nella vita con gli Academy Of Villains ma farne addirittura parte non come semplice ballerino ma come membro esecutivo per l’Italia e un sogno che vivo ogni giorno. Se dovessi chiedere di più?
Vediamo … ecco! Mi piacerebbe molto potermi spostare in America per portare un po di “Italian Style” li, potermi mettere a confronto con loro che hanno inventato tutto questo e poter portare alta la bandiera Italiana. Mi piacerebbe molto poter avere l’opportunità (potendo avere i mezzi giusti) di poter impormi come coreografo anche li. Questo è un bel desiderio, chissà se riuscirò anche a realizzare questo sogno!