Tecnica
Durante la propria sessione di ballo il b-boy generalmente segue una struttura espressiva, fortemente legata alle categorie tecniche dei passi:
• Toprock – parte “in piedi” all’inizio della sessione;
• Go-down – passaggio dalla parte in piedi (toprock) a quella “a terra” (downrock);
• Footwork – categoria di passi che prevedono l’utilizzo delle gambe;
• Powermove – categoria di movimenti di rotazione veloci attorno ad un asse del corpo;
• Freeze – categoria di posizioni di blocco in equilibrio del corpo, usato generalmente alla fine della sessione.
• Baby Freeze - consiste nell'appoggiare la testa per terra, poggiare anche le mani e, sui gomiti appoggiare una gamba e mantenere l'altra sollevata.
• Chair Freeze - consiste nell'appoggiare la testa, un piede e una mano tenendo l'avambraccio perpendicolare al fianco e al resto del braccio e tenendo il corpo parallelo al terreno con il fianco verso il basso.
• Suicide – è una caduta improvvisa - e volontaria - sulla schiena, o su una spalla, il sedere, la pancia, ecc.
Originariamente il breaking prende vita in strada nei cosidetti cypher, cerchi di persone dove i b-boy si alternano per eseguire una sessione di ballo. Oltre che un momento di espressione ed allenamento, il cypher rappresenta un modo di socializzazione giovanile. All’interno del cypher può nascere una sfida individuale o di gruppo, chiamata in gergo battle. A partire dagli anni 80, si organizzano eventi detti contest, che vedono sfidarsi, tramite criteri prestabiliti, b-boy e crew da varie parti del mondo, in misura alle proporzioni dell’evento. Il cypher e il battle sono una reinterpretazione culturale poiché modificano antiche pratiche rituali adattandole all’ambiente urbano contemporaneo. Oramai il breaking è visibile in scuole di danza e palestre, contest, videoclip, musical, film di genere hip hop.
Altri criteri espressivi
Lo studio della tecnica e delle mosse è abbinato a quello di alcuni fattori che determinano il livello espressivo e spettacolare di una sessione di breakdance. I b-boy riscuotono successo nella comunità, quando inventano o innovano mosse e le eseguono in accordo con il ritmo e la melodia.
Alcuni termini tipici dell’hip hop, nel gergo strettamente legato al b-boying, identificano altre caratteristiche espressive:
• Flow – termine in comune con il Rap, indica il livello di padronanza nell’esecuzione dei passi in relazione al fattore espressivo. Il flow determina la differenza fra una “fredda” esecuzione dei passi rispetto ad un’altra più “sentita”, e quindi più espressiva;
• Attitude – atteggiamento, carattere, fiducia di sè. Indica come un b-boy vive personalmente la sua sessione.
Tutti questi fattori sono caratteristiche imprescindibili per sfruttare a pieno le potenzialità di questa disciplina.
Oltre agli Stati Uniti, paese di origine di questa disciplina, il breaking si pratica in tutto il mondo, ovviamente in differenti proporzioni.
Il breaking si pone a metà strada fra danza e ballo. È un ballo, poiché utilizzato come pratica sociale ed è una danza poiché implica studio e allenamento. La modalità originale in cui il B-boying si esprime è attraverso il cerchio. Secondo Hugues Bazin (“La cultura Hip Hop” - 1999), l’ambiente sub-urbano vissuto dai primi b-boy ha permesso alla breakdance di ispirarsi alla vita reale per portare avanti la propria ricerca artistica. Poiché nel breaking vengono reinterpretate pratiche socio-culturali africane, l’elemento rituale è molto forte e ne denota i significati sia estetici sia culturali. La performance di Breakdance, pur sfruttando i luoghi caratteristici dei balli popolari (strade, discoteche, feste private) dimostrano di essere il frutto di una ricerca espressiva.
Influenze sulla cultura popolare
Sin dal suo inizio, il breaking ha fornito una cultura giovanile alternativa e costruttiva, rispetto alla violenta realtà delle gang urbane. Oggi, la cultura della breakdance è una disciplina notevole che riunisce le abilità di ballerini ed atleti. Poiché l’accettazione e la crescita è centrata esclusivamente sulle capacità che si dimostrano, tale cultura è pressoché esente da distinzioni di razza, sesso ed età, ed è stata accettata e praticata universalmente.
Influenze in Italia
La "moda" della breakdance giunge in Italia nei primi degli anni ottanta grazie al film “Flashdance” e si sviluppa di pari passo con il movimento hip hop. A differenza degli Stati Uniti, in Italia il movimento si sviluppa anche grazie al sostegno dei centri sociali, in particolare a Roma e Bologna. A partire dagli anni novanta, b-boy e b-girl iniziano a rappresentare lo "stile italiano" anche all'estero. Nel 1991 la crew Battle Squad vince il Battle of the Year, e si recano a New York dove "esportano" lo stile europeo e donano nuova linfa alla scena newyorkese che da alcuni anni registrava un calo numerico e qualitativo.
Dopo un'inflessione che caratterizzò parte degli anni novanta, negli anni duemila la scena italiana ha registrato un forte sviluppo grazie all'auto-organizzazione di battle e festival a cui è seguita la nascita di numerosi corsi di danza e opportunità di lavoro nel campo degli spettacoli dal vivo, del cinema e della televisione e nell'organizzazione di progetti culturali. Nel 2004 la crew Break The Funk vince il "Best Show" e si aggiudica il 4º posto al Battle Of The Year International, mentre nel 2009 Urban Force è la prima crew italiana ad essere invitata ad un contest internazionale (l'Evolution ad Atlanta). Fra le crew italiane in attività più rappresentative a livello nazionale e internazionale ricordiamo inoltre: Bari Got Flava, De Klan, Urban Force, Banditz, Ormus Force, Fusion, Natural Force, License To Chill, Prisoners, Last Alive, Todabeat, Funkobotz, Free Stepz, Raw Muzzles, The Fameja, Gunslingerz, Funk Warriorz.