Nel ripercorrere della storia dell’hip hop siamo giunti alla sua “esplosione” mainstream. Ora torniamo ad approfondire invece la conoscenza dei pionieri che hanno reso possibile tutto ciò.
Tra coloro i quali sono considerati i “pionieri” dell’Hip Hop, per il loro contributo alla nascita ed al diffondersi della cultura Hip Hop, ricorderemo:
1. DJ KoolHerc (padre dell'Hip-Hop);
2. Afrika Bambaataa (padrino della Hip-Hop culture, padre del suono Electro Funk, fondatore di "The Universal Zulu Nation", idealista, storico, visionario e "The Master of Records");
3. Grandmaster Flash (innovatore del veloce mix and cutting);
4. Grand Wizard Theodore (inventore dello scratch e del needledropping).
• DJ KoolHerc
In breve, visto che ne abbiamo già ampiamente parlato precedentemente, di DJ Kool Herc possiamo dire che, nato in Giamaica ed avendo familiarità con i sound system della sua isola, aveva incominciato a girare i dischi nei party e nei club con il suo potentissimo impianto chiamato "Herculords", con cui diffondeva nell'aria un suono ben diverso dalla disco che spopolava in quel tempo. La tecnica di Kool Herc consisteva nel protrarre i "BREAK" (una sezione o interludio musicale o di percussione durante una canzone che viene presa dalle parti principali di un'altra canzone) strumentali delle canzoni in un collage infinito e ipnotico che lui definiva "BREAK SPINNING". La sua bravura stava nel ricombinare tra loro, ricontestualizzandoli, generi differenti.
• Afrika Bambaataa
Il secondo pioniere della old school, come già accennato, è Afrika Bambaataa (nato il 10 aprile 1969), Dj e leader della comunità del South Bronx. Kevin Donovan, il suo vero nome, nacque a New York e, ancora molto giovane, fondò, con altri, la gang Bronxdale Projects-area (la gang dell'isolato Bronxdale), chiamata The Savage Seven (“I sette selvaggi”). Dopo un breve viaggio in Africa, decise di cambiare il proprio nome in Afrika Bambaataa Aasim. Fu così tanto impressionato dal coraggio dei guerrieri Zulu che resistevano all'esercito Britannico nel film "Zulu" di Michael Caine, che ne prese il nome: nome che può essere tradotto in "leader affezionato".
Dopo questa visita in Africa, Bambaataa decide di usare la sua leadership per convincere chi faceva parte della gang a diventare più utile e positivo per la comunità; questo diede vita a "L'Organizzazione", che successivamente divenne la "ZULU NATION", un gruppo di rappers razzialmente e politicamente attivi, che per la prima volta nella storia erano anche, allo stesso tempo, Bboys e Writers. La data ufficiale della sua nascita è l’11 novembre 1973, e la loro fama durò dai primi anni Ottanta fino a metà degli anni Novanta. Bambaataa, che era un giovane collezionista di vinili, possedeva gran parte dei dischi di Herc. Sua madre gli regalò un rudimentale sound system per la fine della scuola e con quello cominciò a diffondere la sua musica nelle strade. Ascoltando con attenzione la sua musica, cui era totalmente votato, è facile intuire i motivi per cui la sua notorietà come Dj salì subito: la propria cultura musicale era il suo punto di forza, insieme alle innovazioni che apportò nel suo genere, ampliando notevolmente la gamma dei suoni e, di conseguenza, di break che utilizzava negli Street Party. Fu lui, infatti, ad aprire le porte alle contaminazioni di musica soul, electro europea e rock (cosa strana per un afroamericano); in seguito divenne, come vedremo, fondamentale per il gruppo dei RunDMC per l’accesso nell’industria della musica. La sua organizzazione, la Zulu Nation, si ispirava ai Movimenti per i Diritti Civili, a quelli contro la guerra in Vietnam e al Folk, colonna sonora di quegli anni. La sede nacque nel suo Bronx ma, per come è stata concepita, l'organizzazione assunse da subito un carattere "universale", tanto da creare un immediato imbarazzo al governo cittadino che si prodigò per eliminarla. E fu così che la Zulu Nation e il Centro Comunitario del Bronx River Project, che la supportava, vennero presto fatti chiudere dal sindaco. Molti sono i motivi che fanno ritenere Afrika Bambaataa una delle figure cardine nella cultura Hip Hop. La sua rivoluzione consiste nel fatto che per la prima volta l'Hip Hop cavalcò l'onda del successo che aveva saputo creare. Non fu un caso che, a dare vita ad un'organizzazione di questo stampo, fosse un ex membro della più temibile gang di New York che aveva sempre predicato una vita "alternativa", era sempre stato un grande comunicatore ed un gran diplomatico. Conosceva sempre qualche membro di tutte le altre gang presenti a New York e se c'era un conflitto cercava di ricomporlo. Non ha mai negato che per lui fare parte di una gang fu una cosa più che altro educativa: aveva capito che, non appena una gang alzava la voce, il governo si affrettava a fare qualcosa. Bambaataa (o Bam, come tutt'ora lo chiamano a New York) aveva capito che la violenza richiamava l'attenzione, rendeva visibili ai cittadini i problemi e, sebbene non necessaria, obbligava chi governava a prendere delle misure per sedarla. Si stava costruendo qualcosa che avrebbe ridotto il livello di violenza cittadina, ma al tempo stesso non la escludeva come un'arma talvolta necessaria. Bam aveva sviluppato una coscienza politica quasi del tutto sconosciuta ai suoi coetanei. Lo slogan che accompagnò la nascita di questa organizzazione, "PEACE, LOVE, UNITY AND HAVING FUN" (pace, amore, unità e divertimento), riassumeva lo spirito che pervadeva l'Hip Hop degli esordi. Ma dietro questo sorriso c'era una rabbia espressa in maniera diversa dalle gang degli anni settanta: meno violenta ma più penetrante.
A seguito dello scioglimento dei Black Spades, di cui anche Bambaataa faceva parte, un gruppo di ex affiliati cominciò a scortarlo durante le sue esibizioni nei party, costituendo un seguito di fedelissimi. Dopo la fondazione della Zulu Nation questo gruppo divenne sempre più numeroso, facendo in modo che l'Hip Hop si sviluppasse e si diffondesse in tutto il mondo, proprio grazie all'Organizzazione. A lei, ad esempio, si deve il primo festival internazionale dell'Hip Hop a cui parteciparono miti del movimento come Futura 2000, Rock Steady Crew, etc. Ci volle del tempo perchè si affermasse a livello mondiale ma è importante notare come le potenzialità comunicative di questa nascente cultura andassero oltre le barriere culturali e linguistiche. L'Hip Hop portò un messaggio di ribellione che accomunava tutti gli oppressi, le minoranze e tutti coloro che si rifiutavano di restare succubi. La stessa Zulu era una grande famiglia capace di accomunare, sotto un'ala protettrice fatta di regole semplici e comuni, tutti i suoi membri, come ad esempio: "Credo nella validità del vecchio e nuovo Testamento e nel Corano"…"Credo nella verità, qualunque essa sia. Se la verità o l'idea che porti a noi è supportata da fatti, noi come Amazulu ne troveremo la prova. La verità è verità"…"Credo che la religione non debba creare schiavi o zombie, ma debba essere invece promotrice di libertà, giustizia, uguaglianza per tutti gli esseri umani"…"Credo che il razzismo distruggerà la civiltà"… "Credo che l'umanità debba smettere di distruggere ciò che la circonda"…"Credo nella giustizia, uguale per tutti"… "Credo nella pace"…"L'Universal Zulu Nation sta per: conoscenza, saggezza, comprensione, libertà, giustizia, pace, unità, uguaglianza, amore, rispetto, lavoro, divertimento, superamento del negativo da parte del positivo, economia, matematica, scienza, vita, verità, fede"…"Una cultura giovane e urbana che si associa indissolubilmente con la musica rap e con lo stile e le mode dei residenti Afro-americani"… "Credo nella musica rap".
L'Hip Hop si proponeva, quindi, come «lifestyle» (stile di vita) rivoluzionario.