Oggi vi presentiamo Anna Young, che collaborerà con noi per l’espansione in Spagna del progetto Flava Dance Movement. Una ballerina eccezionale.
Tu sei italiana ma vivi da tempo in Spagna. Perchè hai deciso di trasferirti per portare avanti la tua carriera da ballerina professionista?
Si sono italiana, precisamente una Barese verace. È stata la mia vita personale a portarmi in Spagna ed è stata una bella scelta poter crescere individualmente come voguer. È stata una scelta naturale, il fatto che non ci fosse una scena in una delle città più LGBTQI+ del mondo, mi ha portata a voler crearne una.
Sei una pioniera della scena ballroom di Barcellona. Come sei riuscita ad affermarti in così poco tempo?
Come ho fatto ad affermarmi in poco tempo? Beh ancora non canto vittoria, è molto difficile per una italiana trapiantata in un altra cittá per lo piú bianca e cisgender poter creare una scena Queer in poco tempo. Quello che sono riuscita e sto riuscendo a creare è dovuto in parte a quelle poche persone che hanno creduto in me iniziando da Dolores Ninja che mi ha voluto nella sua Kiki house of Ubetta nel 2017 per poi nominarmi madre spagnola nel 2018 e darmi l’onore di avere una famiglia stupenda che mi segue e mi incita a fare sempre meglio e che amo infinitamente; e continuando con il Centro Civico del quartiere Barceloneta, dove iniziai a dare classi di voguing pagando l’affitto della sala, alle volte con 3 persone e altre dove ero sola, annullando la classe e con la voglia di mollare tutto, loro hanno continuato a credere in me e a darmi la possibilità di creare un corso a loro nome che mi ha portato un sold out impressionante di iscrizioni, facendomi conoscere alcuni dei miei stupendi figli. Tra questi una stupenda coppia nella vita e nel lavoro, due djs drag queen, las DRAMAS DE HONOR, che mi hanno fatto conoscere al mondo Queer di Barcelona iniziando a creare collaborazioni come il Vogue Blood, con l’ Eme Club dove si svolse la famosa THE TAROTS KIKI BALL. Il nome pioniera mi è stato dato dalla scena spagnola, dal quale ho avuto un appoggio morale non indifferente e che mi ha voluto in famiglia dalla prima volta che ho messo piede in una Ball (The Roarrr Ball - Madrid 2017) e sono super onorata di farne parte e aiutare nella crescita della Spanish Ballroom Scene.
Sei tra le organizzatrici di The Tarots Kiki Ball. L'evento cresce di anno in anno e abbiamo deciso come Flava Dance Movement di stringere una partnership, mettendo anche in palio borse di studio per le Flava School che avvierai in Spagna nel prossimo anno "scolastico". Spieghi ai nostri lettori di che evento si tratta?
La Tarots Kiki Ball è stata la quarta ball organizzata, una emozione indescrivibile, dalle 20 persone della Gaudí Mini Ball arrivando a piú di 120 con la Tarots. Ê molto difficile creare una Ball dal nulla soprattutto quando non si hanno sponsor, fino alla tarots ho sempre pagato con i miei soldi rimettendoci belle cifre e finalmente grazie all’appoggio della FLAVA SCHOOL ho potuto ridurre le spese ed avere anche un appoggio psicologico, visto gli altri e bassi che ti portano i calcoli, ma qualcuno dovrebbe iniziare e quindi andiamo avanti e il 31 di Agosto aspettiamo la prossima ball, AT THE BEACH KIKI BALL, in un contesto playero super rilassante, dove anche questa volta la Flava School parteciperà attraverso me con borse di studio per l’inizio di un nuovo capitolo spagnolo della scuola di formazione. La ball è uno spazio unico dove la gente si unisce per condividere e vivere di emozioni, senza problemi di discriminazioni razziali, fisici e sessuali, che dagli anni 50’ continua a crescere sempre piú, grazie alla musica, al sentirsi libero di esprimersi, di mostrarsi, sfilare e ballare.
Racconti come e perchè hai deciso di dedicarti all'urban dance, dopo aver avuto una formazione in danza classica, modern-jazz e contemporary. Sappiamo che adori l'house dance, ma hai studiato anche waacking e voguing, vincendo anche dei concorsi. Un'artista poliedrica, in sintesi. Perchè hai fatto queste scelte, e dove trovi la passione per allenarti in tutte queste discipline?
Il mio avvicinarmi all’urban dance è stato un caso, fu un amico a spingermi a partecipare in un corso di formazione per insegnanti portandomi a conoscere delle persone che per un periodo mi hanno formato come ballerina di hip hop e house, entrando dopo 3 anni di corso in una compagnia di urban dance che grazie alle varie ospitate in festivals e conventions mi hanno dato modo di conoscere il waacking e il voguing con i grandi della scena mondiale, per poi continuare ad allenarmi sola nella mia umile Bari. La passione si alimenta sola, grazie ai momenti della tua vita, alle persone che conosci, e ai paesi che vivi, attualmente sto infocando le mie energie nel voguing lasciando un attimo a riposo gli altri stili che amo molto, anche se ammetto che alcune volte mi vado ad allenare con i b-boy e stand up dancer di Barcelona sempre pronti a prendermi in giro, scherzando, facendo mosse di voguing e waacking. È bellissima la scena underground di qui e soprattutto mi sento molto rispettata e presa in considerazione, cosa che molto spesso non succede per chi fa altri stili, ed è bella la energia che si crea quando si condivide insieme.
Parlaci ora dei tuoi inizi. Cosa ti ha portato a studiare la danza, e quando hai capito che sarebbe potuta diventare la tua professione?
Avevo 6 anni quando i miei genitori mi portarono a lezione di danza classica perché già dai 4 facevo spaccate e imitavo Michael Jackson, imitavo anche Andreotti e non so perché non mi hanno fatto diventare comica ahahaha. A differenza di tutti i bambini che rispondono alla domanda cosa vuoi fare da grande, la mia risposta non era la ballerina ma la coreografa e insegnante di danza, quindi avevo già le idee abbastanza chiare. Ho continuato a ballare a spese di mio padre fino ai 19 anni, perché dopo la scuola fui chiamata per curare le coreografie di un saggio di danza e iniziare così la mia carriera di insegnante e diventare autonoma, in cambio di una macchina, ahaha, per poter insegnare nei paesi limitrofi. Ho continuato a ballare nonostante gli alti e bassi che il crescere ti dà affrontando momenti davvero oscuri, il soffrire di attacchi di panico e depressione mi hanno portato e chiudermi sempre più nella danza e iniziare a vivere fuori ,come Milano prima di Barcellona, mi aiutò ad uscirne, soprattutto grazie all’uomo che avevo accanto, un angelo che non smetterò mai di ringraziare.
E perchè, nel pieno della carriera da ballerina professionista, hai deciso di dedicarti anche alla formazione?
Ho sempre dedicato la mia vita alla formazione degli altri più che alla mia ecco perché mi sento alle volte in obbligo a spingere i giovani a ballare tanto e studiare fuori, farsi esperienze prima di insegnare, perché essere artisti è uno stile di vita no solamente insegnare un passo e questo molte volte ci sfugge. Io avendo iniziato subito come insegnante sò quanto ho perso e solo in questi ultimi anni quando per un pó ho deciso di smettere di dare lezioni ho capto il valore di dare una buona conoscenza di ció che faccio e spingere gli altri a fare lo stesso. La danza si vive!
Cosa preferisci: esibirti, fare contest e battle, o formare le giovani leve che si approcciano per la prima volta al mondo urban?
Preferisco formare giovani per poter condividere insieme emozioni, e ciò che amo di più è la preparazione di coreografie o gli allenamenti e poi vedere i miglioramenti di ognuno su un palco o in una competizione di freestyle, perché è quello che a me è sempre mancato, avere un gruppo, sono sempre stata sola e non voglio che gli altri la vicino così perché alle volte e frustrante e se non si è forti è facile lasciare tutto.
Infine, abbiamo creato uno spazio sul nostro sito per tutti quei ballerini professionisti che vogliono stabilire una comunicazione diretta e continua con i giovani che si approcciano a questo mestiere. Ti andrebbe di avviare un tuo blog personale, dove suggerire, consigliare, commentare, pubblicare esibizioni tue e di altri, che secondo te possono ispirare?
Si mi piacerebbe creare un blog anche se i social non sono di certo la mia specialità, però se posso aiutare ci metterei tutte le forze che ho per riuscirci.